
Da Qui Ischia – Diciamola tutta: fino a prima dell’estate, si trattava di un contenitore decisamente anonimo e privo di una sua identità. Uno scatolone attrezzato con l’essenziale, dal nome che più generico non si poteva e in un contesto che definire squallido non è un’esagerazione. Considerata la sede, per arrivare a “omologarlo” come teatro ci voleva ancora una grande e fervida fantasia, anche se a connotarlo come tale erano già stati le emozioni, le vibrazioni e gli scambi offerti dai momenti di grande intensità, offerti da una programmazione in continuo progresso ed evoluzione. Con una sua valenza forte, a prescindere dal contenitore.