I giovani e il futuro


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Sara Mattera – Un tempo avevamo grandi sogni. Chi aspirava di fare l’astronauta, chi il medico, chi il giornalista, chi l’uomo d’affari. Un tempo potevamo permetterci di sognare ad occhi aperti e sperare, un giorno, di diventare quello che volevamo. Ma oggi? Inutile dirlo.Stiamo vivendo in un periodo storico in cui i  giovani proprio non riusciamo a trovare il loro posto nel mondo e, nonostante la consapevolezza che la colpa di tale situazione non sia loro, continuano a dircene di tutti i colori. Chi ci ha definito Choosy( termine inglese che significa schizzinoso), come fece il caro ministro Fornero mesi fa, chi  ci incolpa di essere troppo viziati e per questo motivo non ci adattiamo al meglio a quel che ci viene offerto; C’è chi addirittura continua a descriverci come una generazione di giovani depressi che si demoralizzano alla prima difficoltà. Eppure, noi non siamo  come ci descrivono o quanto meno non tutti.  Ci laureiamo a voti alti e non troviamo lavoro, se troviamo lavoro  ci pagano una miseria e spesso non è nemmeno quello per il quale abbiamo studiato; studiamo anni, elargendo laute tasse alle università  per poi pentirci di aver sprecato il nostro denaro e quello delle nostre famiglie  in corsi di studio e facoltà che probabilmente ci lasceranno disoccupati. Siamo talmente proiettati ormai nell’ottica della caccia al miglior impiego, che perfino tra  noi coetanei siamo in competizione  per la serie del “ se hai scelto questa facoltà di sicuro non farai carriera”. E poi ci sono i continui  servizi , articoli, messaggi mediatici che continuano a ricordarci che per noi non c’è speranza. Choosy? No inadeguati.  Noi giovani Ci sentiamo continuamente inadeguati:  sul lavoro, nello studio, nelle competenze e perfino nei sogni che abbiamo.  E quel che è peggio è che  è la nostra stessa nazione a farci sentire così, quella nazione che, invece, dovrebbe farci sentire a casa  e tutelarci nei nostri diritti e doveri. Abbiamo già la consapevolezza , che prima o poi dovremo  andarcene all’estero a cercare fortuna e lavoro perché,  purtroppo, l’Italia non può offrirci nulla di buono. Chi lo spiega allora  al nostro governo che noi siamo una generazione senza sogni?  O meglio che  siamo una generazione i cui sogni sono stati calpestati? Calpestati da una politica che non funziona ,  da aziende che cercano impiegati solo con una certa esperienza e che se approfittano  della crisi per “ sfruttarci”, calpestati dallo stesso sistema universitario che ogni anno chiede un aumento delle tasse per poi offrirci istituti disorganizzati;   E allora via tutti i grandi sogni, quelli che avevamo  da piccoli ; li rinchiudiamo nel cassetto e ci  congediamo al miglior offerente, anche al costo di fare lavori che non ci piacciono pur di avere un minimo di indipendenza economica,   e con la speranza che, prima o poi, questa situazione cambi . Tutto ciò,però, non  è giusto. Non è giusto esser costretti ad andare all’estero, non  è giusto doversi allontanare dalle proprie radici per poter realizzare i propri sogni; non è giusto dover “ emigrare”  in altri paesi dove il livello di competizione e preparazione tra i giovani è molto più alto rispetto al nostro e  con il rischio  quindi di saltellare continuamente da un lavoro all’altro ugualmente. Non è giusto sentirsi inadeguati e fuori luogo nella propria patria. L’italia è una paese pieno di storia, arte, cultura, molto amata anche dagli stranieri; Eppure, rovinata da una politica corrotta , sembra che non abbia più nulla di buono da offrirci, tant’è che ci ritroviamo a pensare, spesso e volentieri, che  forse  sarebbe stato meglio nascere in un ‘altra nazione. E mentre noi viviamo questo senso di inadeguatezza , c’è chi continua ad arricchirsi e ad emanare leggi e decreti senza senso. Forse dovremmo combattere un po’ di più per quel che ci spetta, forse dovremo ribellarci come accadeva negli anni 60, forse dovremmo pensare che non è poi tutto perduto .In fondo,però, sono anni che l’italia, passando da un governo all’altro, sembra non avere miglioramenti.  Quindi cari ministri non veniteci a dire che il problema è la nostra generazione: la verità è che la crisi la stiamo pagando soprattutto noi giovani e ogni giorni ci riesce sempre più difficile credere che riusciremo a realizzare i nostri sogni.

 

 

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