
Pasquale Nonno odiava i “coccodrilli”, che, nel senso giornalistico, sono quei necrologi scritti in anticipo, spesso infarciti di retorica, che ogni redazione conserva nei suoi archivi per non farsi trovare impreparati dalla dipartita di qualche personaggio famoso. Per questo non posso scrivere un “coccodrillo” di Nonno, che invece amava i gatti. Forse perché il gatto racchiude in sé il lato istintivo della natura, e Pasquale valutava fatti e persone soprattutto d’istinto, perché “ fiutava” il vero dal falso, la finzione e l’ipocrisia dal genuino. E, il nostro fu un rapporto “genuino”, forse perché “o’ direttore” amava Ischia, il “premio” e adorava soprattutto noi napoletani.