
Un’orda di mao mao che dopo la festa doveva sfogare i suoi istinti tribali, con relativi carrozzini e sfilza di infanti che non superavano gli 8 anni, pantaloncini bermuda su un corpo che al massimo raggiunge il metro e cinquanta di altezza, infradito ai piedi, canotta firmata, gadget vari presi sulle bancarelle dei quartieri o di periferia, si è riversata all’1,30 di notte nel Calise di Ischia, mettendo a soqquadro tavolini, sedie, bicchieri, bottiglie e quant’altro e prendendo più di una volta per il cravattino i poveri camerieri che già avevano alle spalle ore di lavoro, perchè non volevano pagare o volevano sì pagare, ma quello che dicevano loro.