Don Agostino il pensionato…


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Cesare Baronio – Si conclude il 12 luglio la missione Pastorale di don Agostino Iovine con luci e ombre sul suo passato. Partiamo dalle luci. È chiaro che l’allora giovane sacerdote proiettato sul fronte della carriera politica e sacerdotale, ebbe la fortuna di incontrare sul suo cammino due illustri personaggi che lo favorirono. Amico della rampante politica ischitana di quel tempo al potere e preso come segretario da Mons. Parodi, riuscì pian piano a farsi un nome nei due ambiti, fino alla capacità di influenzarne le scelte.Tentò di essere il don Giussani di Ischia, ma non ci riusci, tanto che il suo tentativo di diffondere il verbo del movimento falli,a differenza del Guru focolarino suo amico.Poi venne il tempo di Mons. Pagano, col quale continuò l’esperienza di segretario e di influencer; accolse il Vescovo alla sua mensa e alla morte di Mons. Pagano lo accompagnò con bestemmie, augurandogli l’inferno per avergli fatto mangiare ogni giorno legumi. Improperi indirizzati alla persona del Vescovo in più occasioni, alla presenza di vari presbiteri. Poi ci fu il tentativo della scalata al ruolo di vicario con Mons. Strofaldi, ma i due erano incompatibili di carattere e gli fece le scarpe il parroco di via delle terme, che con le sue barzellette era capace di mantenere vivo l’uditorio sia tra i preti che tra i laici. Sorvolando su quest’ultimo personaggio (dei morti non si parla), venne il tempo dei pizzini, l’unico modo in cui don Agostino riusciva a comunicare con il Vescovo.Ci fu anche un tentativo di dimissioni da Cancelliere, poi rientrato; si vede che la notte porta consiglio. Ma la chicca fu quella di aver apostrofato Mons. Strofaldi con epiteto inqualificabile sulla bocca di un sacerdote. Stando sul pianerottolo della curia, difronte all’ascensore, dopo una riunione con il Vescovo, definì Monsignor Strofaldi “ricchione”. Letteralmente disse: ” nisciun c’fa na denunc a Roma a stu ricchione”. Ovviamente lui ha da gloriarsi di ben altro, come l’essere chiamato papà e nonno. E nonostante la disistima verso Strofaldi, con la venuta del Vescovo Lagnese, si è presentato come paladino di Strofaldi, pur di approfittare e togliersi le pietre dalla scarpa con qualche sacerdote che doveva punire.Ha dichiarato a più persone che il suo indirizzo di vita non doveva essere il sacerdozio, bensì la politica.Di certo gli avrebbe dato maggiori soddisfazioni! Mi domando cosa lo abbia obbligato alla tonsura. Forse l’aver avuto due zii preti? Monsignor Polito sosteneva che lui fosse la sintesi dei difetti dei due zii. Ovviamente restano i pregi, che non gli appartengono. Mentre monsignor Lauro (Max per gli amici) lo definiva guerrafondaio, per la sua indole vendicativa. Ha insegnato al liceo religione, ma da come lo descrivono alcuni suoi ex alunni, il tempo lo impegnava a leggersi repubblica o altro giornale di sinistra, seguito da uno sparuto numero di alunni, tanto per compiacerlo, mentre il resto della classe era in tutt’altre faccende affaccendata. Il chiacchiericcio poi l’avrebbe dovuto portare a farsi il DNA per sfatare ogni dubbio su quanto si dice da anni, ma evidentemente ha preferito mantenere un profilo basso.Infine e si fa per dire, le ombre che accompagnano gli eventi accaduti durante il suo vicariato nella diocesi, sono coperti dalla sua ombra nera, in attesa che su questi si faccia luce.Cosa altro aggiungere? Augurissimi don Agostino! Goditi il tempo che ti è ancora concesso, ma senza piangere, perché il pianto avrà il suo tempo in un’altra vita.

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