Assolutismo monarchico o sinodalita’? Le cronache di Papa Francesco….


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Cesare Baronio – Da poco si è aperto il Sinodo sulla sinodalita’ voluto da Papa Francesco e già sono tante le riflessioni che suscita l’argomento. Una prima riflessione ci è data dal fatto che Francesco ha esautorato la funzione del Supremo Consiglio dei testi legislativi, che ha il compito tra l’altro di assistere il Sommo Pontefice quale supremo legislatore. Statutariamente deputato ad elaborare e a controllare ogni nuova normativa vaticana e composto da ecclesiastici di provata competenza canonica, con papa Francesco il pontificio consiglio non conta praticamente più nulla e viene a sapere di ogni nuova norma alla pari di ogni comune mortale, a cose fatte. Ogni nuova norma, maggiore o minore, viene elaborata, da quando c’è Francesco, da persone con mediocri competenze, con commissioni create “ad hoc” e il risultato è che quasi sempre provoca uno sbandamento interpretativo e applicativo, che spesso dà origine a una successiva disordinata sequenza di modifiche e correzioni, a loro volta foriere di ulteriore confusione.In materia di nullità di matrimonio, ad esempio, dopo la emanazione del Motu proprio “Mitis iudex dominus Iesus” ne è scaturita una selva di interpretazioni e di sentenze discordanti, “a discapito dei malcapitati ‘christifideles’, i quali hanno se non altro il diritto a un eguale giusto processo”. Con l’effetto disastroso che “ad essere sacrificato è il raggiungimento di un’autentica certezza da parte del giudicante sulla verità del matrimonio, minandosi quindi quella dottrina dell’indissolubilità del sacro vincolo, di cui la Chiesa, con a capo il successore di Pietro, è depositaria”.Un altro affastellarsi disordinato di norme ha avuto a che fare con la lotta agli abusi sessuali, che cedendo a “pressioni mediatiche davvero ossessive” ha finito col sacrificare “diritti indisponibili quali il rispetto dei capisaldi della legalità penale, dell’irretroattività della legge penale, della presunzione di innocenza e del diritto alla difesa, oltre che del diritto al giusto processo”. La professoressa Geraldina Boni, docente di diritto canonico ed ecclesiastico all’Università di Bologna, cita a proprio sostegno un altro importante canonista, monsignor Giuseppe Sciacca, segretario del supremo tribunale della segnatura apostolica, la corte suprema vaticana, che anche lui ha denunciato il cedimento in questa materia a “una giustizia sommaria”, se non a “tribunali di fatto speciali, con tutte le conseguenze, gli echi sinistri e le tristi memorie che ciò comporta”. È un disordine normativo che minaccia anche qui di intaccare i capisaldi della fede cattolica, ad esempio quando fa obbligo di denunciare alle autorità dello Stato alcuni delitti contro il sesto comandamento. Male formulato e male interpretato, tale obbligo appare difficilmente conciliabile “con i vincoli al segreto che astringono i chierici, taluni dei quali – e non solo quello riconducibile al sigillo sacramentale – assolutamente infrangibili”. E questo “in un momento storico peculiare, in cui la riservatezza delle confidenze ai sacerdoti è posta ferocemente sotto assedio in vari ordinamenti secolari, in violazione della libertà religiosa”. I casi dell’Australia, del Cile, del Belgio, della Germania e da ultimo della Francia ne sono una prova.“C’è da chiedersi quali siano le ragioni profonde di una simile deriva, che appare del tutto inusuale nella Chiesa cattolica, la quale ha conosciuto sempre al suo interno tendenze antigiuridiche, ma non al livello del legislatore supremo”, ossia del Papa. “Nella produzione legislativa di questo pontificato il diritto tende a essere percepito prevalentemente come fattore organizzativo e disciplinare, cioè sanzionatorio, e sempre in funzione strumentale rispetto a determinate scelte di governo, non anche come fondamentale strumento di garanzia dei diritti (e dell’osservanza dei doveri) dei fedeli”.Non potrebbe essere meglio definito l’assolutismo monarchico che contrassegna il pontificato di Francesco, a dispetto dell’alluvione di parole sulla sinodalità.Citazioni da: La recente attività normativa ecclesiale: ” finis terra” per lo ” ius canonicum?” di Gerardina Boni.

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