Luciano Venia: le presenze turistiche dal 1930


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La Rinascita dell’isola di Ischia è legata alla capacità degli amministratori locali di affrontare e risolvere i problemi fondamentali: Mare pulito, Ripascimento spiagge, valorizzazione terme, difesa e manutenzione del verde, abbattimento del traffico, sostegno alle imprese in tutte le forme legittime, facilità e idoneità dei trasporti, organizzazione, cultura, recupero folklore locale, servizi sanitari adeguati ai volumi di ospiti e residenti sull’isola. Ischia negli ultimi dieci è tornata 50 anni indietro. Non è uno slogan. E’ una tragedia. Lo dimostriamo con i numeri. Eccoli. Nel 1930 già 125.000 presenze all’anno. nel 1940 siamo già a 240.000; nel 1950 a 750.000 turisti. Nel 1960 si tocca il milione. Nel 1966 si è raggiunto il milione e mezzo. E le leggi dell’epoca non riuscivano a misurare e censire tutte le presenze essendo meno stringenti le regole di attestazione delle presenze. Dunque siamo oggi sprofondati alle stesse presenze della metà degli anni 60. Se parliamo poi del “fatturato” o degli utili in proporzione al numero dei presenze i margini sono addirittura crollati in maniera verticale. Ricordiamoci che già nel 1959 Pier Paolo Pasolini ad Ischia per un reportage per un settimanale giungendo dal porto all’imbocco di via Roma rimase colpito da un fiume di gente che affollava il corso. La Rinascita di Ischia passa per il recupero della memoria e della identità cioè della sua storia. Basti pensare che nel 1932 nasceva la Festa a Mare agli scogli di Sant’Anna e nel 1938 il Comune Unico così come nel 1939 il Governo volle istituire l’Evi, l’ente per la valorizzazione dell’isola di Ischia con specifica funzione di promozione dello sviluppo turistico

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