Luigi Mattera…l’intervista


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Lo incontriamo nello studio di via Buonocore, di ritorna dalla passeggiata con il fido Nala. Dopo aver riempito d’acqua e cibo la ciotola di Pupetta, l’altro ospite a quattro zampe di casa Mattera, scatta l’intervista in esclusiva per Ultimora online. Si è dimesso da consigliere comunale prima dell’arrivo del commissario prefettizio, una scelta che rispecchia la persona e la correttezza politica, un gesto che nessun suo collega ha ritenuto opportuno fare? Un atto dovuto. Niente di più. Andava fatto visto che non vi erano più i canoni per rimanere in carica. Se il resto del consiglio non lo ha fatto, non tocca a me giudicare.

Quale futuro politico vede per il paese? Certamente è un momento di riflessione. Le vicende giudiziarie che hanno riguardato il sindaco e il capo dell’ufficio tecnico, a cui auguro di chiarire al più presto la loro posizione, ci hanno fatto sprofondare nel baratro. Massacrati dai Media nazionali e infangati come non mai. Assimilare Ischia ad un paese di camorra, mi sembra un’ esagerazione. In questo periodo ne vedo ben poche di prospettive politiche. Per quello che mi riguarda imiterò il cavallo di rincorsa del palo di Siena. Voglio capire prima quali sono i movimenti e le prospettive. Non starò più al centro della piazza per diventare poi il bersaglio di tutti, amici e nemici. Questa volta, aspetterò e rifletterò sulle scelte mie personali politiche. Sicuramente dovranno riguardare una classe dirigente ponderata e onesta. Più che nelle persone, nello spirito, che è la cosa fondamentale, almeno per me. A vent’anni da Tangentopoli, la storia ci ha insegnato che il paese va assolutamente amministrato da persone oneste, di qualsiasi schieramento politico. Ischia ha bisogno di una classe dirigente che dia normalità al paese. Politici che aiutino il comune ad uscire da questo pantano. Sviluppare le potenzialità del nostro territorio che oggi sono solo al 10/20 per cento, sia sul piano della ricezione turistica, termale, dell’accoglienza, dei trasporti sia terrestri che marini. Ischia ha bisogno di fare un salto di qualità, soprattutto dal punto di vista culturale. Dare un taglio al vecchio modo di proporsi e di fare. Poche sono le cose da fare per ritornare ai vecchi splendori. Mettere in essere una strategia che possa risolvere il completamento del depuratore della collina di San Pietro, in tempi brevi. Anche durante il commissariamento. Ridisegnare con la Regione Campania, tra un mese ci saranno le votazioni e credo che Caldoro sarà riconfermato in Campania, i contenuti dei trasporti terrestri e marittimi. Dobbiamo dare atto che questo sistema di trasporti non è compatibile con la nostra realtà. Studiare e ripristinare un ripascimento degli arenili. Nella nostra sabbia c’è oro. Dobbiamo solo estrarlo e renderlo vendibile a tutti. Facendo queste poche ma importanti cose e dare un minimo di normalità, abbiamo fatto il massimo. Questo serve oggi al nostro territorio. Dopo Vincenzo Telese, passando per Enzo Mazzella, Ischia deve riprendersi quello che gli spetta. Nel 2016, c’è da fare l’ultimo step. Il turista oggi è molto esigente. Vuole posti organizzati e tranquilli. Mare pulito, servizi efficienti. Pagandoli in maniera giusta. Cosa ha rimasto Giosi Ferrandino in 10 anni di amministrazione? Non credo che il paese abbia fatto passi in avanti con Giosi. Se ha Casamicciola ha dato un taglio particolare, ad Ischia non si è vista la stessa mano. Abbiamo perso sette anni, rincorrendo le vicende politiche di Giosi Ferrandino. Li abbiamo persi perché, come sempre, ad Ischia siamo molti conflittuali. Per quanto forte e autorevole, Ferrandino è stato il sindaco del compromesso. Non è stato  voluto dagli ischitani. Mi chiedo, come mai un sindaco che ha concluso il suo mandato, fa un accordo con l’opposizione per ricandidarsi. Probabilmente perché aveva capito di non avere quella forza che credeva di possedere. Quindi non era radicato e il paese non l’avrebbe riconfermato, in una posizione diversa. Io sono uno di quelli che ha dovuto subire l’accordo. In politica esiste anche la ragione di stato. E a volte devi anche saper rispettare le scelte del partito. Se il partito e gli elettori, ricordiamo che lei ha un elettorato intorno ai 1500 voti, le chiedono una sua candidatura futura, lei accetterebbe? La mia candidatura è una cosa più articolata. La candidatura a sindaco non è auto referenziata. Se ci sono le condizioni, non mi sottraggo a nessuna chiamata politica. Ma, oggi con l’esperienza acquisita, accetterò solo alle mie condizioni. Quali sarebbero? Tagliare i rami secchi. Via volponi e sapientoni. Dentro i giovani e le persone che amano il territorio e vogliono, insieme a me, prospettare ancora un futuro per i nostri figli e per le generazioni future. Non sono avvezzo agli accordi sotto banco. Devo avere la possibilità di dare un contributo importante al mio paese. Se per ambire alla poltrona di sindaco devo cedere ad accordi, tipo Caularone, preferisco stare a casa. Crede che il futuro candidato sindaco di centro destra, sarà determinato da Domenico De Siano? Oggi Domenico, è la persona più autorevole. Così come lo era due anni fa. Sono convinto che questa volta, gli ischitani sceglieranno bene e solo nell’interesse della collettività. Il popolo ha sempre selezionato il meno peggio. O per meglio dire quello che i politici gli hanno offerto. Sono sempre state preferenze ponderate e determinanti. Dopo l’arresto di Giosi come si ricompatterà il PD a Ischia secondo lei? Non ne ho la più pallida idea. E’ evidente che il partito democratico ad Ischia era rappresentato da Giosi e solo da Giosi Ferrandino. Tutto il resto era satellitare. Vi erano quei quattro, cinque consiglieri che ruotavano intorno a lui. Non credo che il PD sia in grado di ritornare sulla scena politica, almeno per le prossime elezioni comunali. Poi, la storia ci ha abituati a scenari impensabili e inenarrabili. Credo però, che oggi non è più un problema di destra o di sinistra. E’ certamente un problema di uomini. Qui bisogna mettere insieme le migliori energie per il futuro e il bene del paese. Le persone capaci e professionali che potrebbero contribuire alla causa, spesso e volentieri si allontanano dalla politica, quando leggono alcuni nomi noti. Il popolo ischitano è pronto secondo lei per questa nuova fase? Lo deve essere. Soprattutto i giovani. Se non sono pronti loro, l’unica azione plausibile è quella di fare la valigia e andare via. Lo dico con molta onestà e coscienza. Perché la politica non ha mai contato sulle nuove leve, promettendo soltanto senza dare opportunità d’inserimento? La risposta è ambivalente. I giovani vorrebbero avvicinarsi. Poi, quando cercano di misurarsi, si accorgono di rimanere in un pantano a loro sconosciuto. Tornano indietro e scoraggiano l’ingresso degli altri. Viceversa, bisognerebbe creare una ventata d’aria fresca. Bobbiamo crescere insieme, il nuovo che affianca l’esperienza di chi è già avanti. E’ quello che farò se sarò chiamato a dare il mio contributo al paese. Cosa si aspetta dal commissario? Niente di più. Un commissario non può  fare altro che la normale amministrazione quotidiana. Dovrà traghettarci alle elezioni di maggio 2016. Spero che non ci saranno grandi stravolgimenti. Questa è l’ultima intervista che rilascia da consigliere, ci risentiamo nel 2016, magari intervistato come nuovo sindaco del comune d’Ischia? Credo sia prematuro ma in politica mai dire mai.

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