Ristoratori poco efficienti, pura verità…


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L’amico Lello Montuori fa una giusta osservazione su come i ristoratori di casa nostra organizzano eventi culinari mediocri e a volte insipidi, sia di colore che di gastronomia. Sono pienamente d’accordo e condivido. Il mio amico Toti, invece mi racconta di un cen0ne di Sa Silvestro in quel di Frosinone di tutt’altra taratura. In una bellissima villa un organizzazione impeccabile e cibi di prima qualità. Ecco il post di Montuori su facebook:

“Partecipare ad una serata di gala per Ferragosto, ad un veglione del 31 Dicembre o a qualsiasi altra occasione che veda più di 50 persone sistemate a tavola, a Ischia presenta -quasi sempre e con poche commendevoli eccezioni – gli stessi inconvenienti. Rapporto unità di personale-ospiti del tutto insufficiente, cucina approssimativa e pietanze servite spesso fredde quando non addirittura a buffet dopo la fila di una mensa militare o l’arrembaggio sul tavolo vivande, nessuna accoglienza, ambienti improvvisati, caldi d’estate e freddi d’inverno, tempi d’attesa incalcolabili e assoluta mancanza di cura dei particolari. Tutto riassumibile forse in un unico gravissimo deficit: mancanza di volontà o di capacità di investire, desiderio di massimizzare i profitti di un evento fidando sul fatto che è Ferragosto o Capodanno e gli ospiti -ne convengo, spesso incauti- nell’euforia della serata dimenticano. Molti effettivamente dimenticano. E forse è giusto persino dimenticare i dettagli e concentrarsi sull’evento: in fondo contano altre cose. Però bisogna smetterla di convalidare col silenzio connivente questa prassi tutta ischitana che vede improvvisati imprenditori del turismo o anche titolari di accorsati ristoranti pensare che sia normale in occasione di una festa abbarbicare a tavoli improbabili di sale altrettanto improbabili, stupiti commensali in cerca di uno strapuntino disponibile, trasformare atri, anti ingressi, terrazzini, e ballatoi in sale da pranzo con spifferi refrigeranti, mischiare col “tutto fa brodo” famiglie di tre generazioni, carrozzini, anziani, giovanotti, ospiti attempati e ragazzini, ben sapendo di provocare disagi agli uni e agli altri. Bisognerebbe in altre parole che ognuno facesse il suo mestiere. Che negli atri rimanessero gli uscieri, nelle sale da pranzo o al disco music ci andasse il numero di persone per il quale sono agibili -se lo sono- che tutti ma proprio tutti pagassero le tasse ( titolari, organizzatori, personale, musicisti) e soprattutto che tutti avessero titoli e licenze per fare ciò che fanno. Bisognerebbe che non ci fossero “zone franche”.  E tanto, tantissimo lavoro straordinario per finanzieri e personale del dipartimento di igiene e sanità. Ne avrebbe molto giovamento il bilancio pubblico. Quindi tutti noi.”

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Lello Montuori

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