Mensa Rizzoli lavoratori sul piede di guerra


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Licenziamento in vista per i lavoratori che da anni garantiscono il servizio mensa presso l’Ospedale “Rizzoli” di Lacco Ameno sull’isola d’Ischia. Infatti l’appalto vinto dalla ditta che subentrerà alla Puliedil, non prevede il passaggio di cantiere.

E così le quindici unità lavorative, alcune delle quali già umiliate da assurdi contratti part ime, al contrario di come prevede il contratto nazionale di lavoro e così come avvenuto sempre in passato, non passeranno alle dipendenze della nuova ditta ma saranno licenziati. Un colpo durissimo per chi in questo ospedale ci lavora da dieci, venti e persino trent’anni. Rispetto al prospettato “ben servito”, le lavoratrici e i lavoratori in forza presso il refettorio ospedaliero, da stamattina hanno incrociato le braccia e sono in sciopero. “Oggi scioperiamo – ci ha ha dichiarato Nicola Iacono – perché i lavoratori del Rizzoli non sono tutelati dall’articolo venti della gara d’appalto che non prevede il passaggio di cantiere al contrario di quanto previsto dal contratto nazionale. Attraverso il sindacato abbiamo mandato in merito più volte lettere al Direttore generale che non ci ha mai risposto. Ieri- ha concluso con l’amaro in bocca Iacono – i rappresentanti della nuova ditta già sono venuti e ci hanno detto di non volerci assumere”.  “Qui ci sono persone che lavorano anche da trent’anni – ci ha detto Luigi D’ambra – e ogni qualvolta c’è un passaggio di cantiere rischiamo il posto di lavoro. La cosa importante da dire – ha sottolineato D’Ambra – in ogni caso bisogna garantire sempre lo stesso servizio. Quindici anni fa quando c’è stato l’ampliamento del “Rizzoli”è stato garantito un servizio mensa di tipo alberghiero che prevede un servizio completo, dalla scelta tra due primi e due secondi alla consegna dei pasti.  Noi oggi in quindici riusciamo a garantire questo servizio che certamente con una diminuzione del personale non potrà essere gestito allo stesso modo”. Il grido di dolore più straziante l’ha lanciato Luisa Amato che esasperato ha dichiarato: “Noi tutti abbiamo bisogno di lavorare, perché ognuno di noi ha una famiglia con i mariti che non lavorano perché disoccupati in quanto non c’è lavoro”. Presso l’Ospedale “Anna Rizzoli” si è recato anche Domenico Savio, Segretario generale del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista che ha portato ai lavoratori in lotta la solidarietà del suo Partito. “Stamattina – ha esordito Domenico Savio – come Segretario generale del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista sono qui a portare la solidarietà ai lavoratori della mensa del “Rizzoli” minacciati di licenziamento. Apprendo da questi lavoratori che l’ASL Napoli 2 nel rinnovare l’appalto della mensa nelle nostre strutture sanitarie da un lato ha garantito la prosecuzione del lavoro ai lavoratori in forza all’ospedale di Pozzuoli e dall’altro lo ha negato ai dipendenti dell’ospedale di Ischia e di altre strutture. Questa scelta è grave, incomprensibile e intollerabile perché contro la legislazione nazionale sul lavoro. Evidentemente c’è chi ha sbagliato e chi eventualmente ha sbagliato dovrà essere portato davanti ad un Tribunale della Repubblica per risponderne perché non si può mettere a rischio con tanta facilità il posto di lavoro di tantissimi lavoratori”. Domenico Savio ha anche annunciato che nelle prossime ore invierà una nota al Prefetto e al Direttore generale dell’ASL Napoli 2 in cui chiederà con forza che i quindici lavoratori isolani non vengano licenziati.

 

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