L’informazione isolana batte tutti i record


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Gianni Vuoso – La nascita di un giornale è sempre un grande evento per la comunità, come la nascita di un bambino per una famiglia, un quartiere. E l’emozione è intensa come il dispiacere che si prova quando un giornale chiude. Ad Ischia stiamo vivendo un momento particolare per l’informazione.Siamo protagonisti di emittenti televisive come Teleischia di PinoBuono e le web IsolaverdeTV di Gaetano Ferrandino, TeleRadioStella di Lorenzo Cutellese, di giornali telematici come tgischia di Gaetano Di Meglio, Ischia Mondo di Antonio Lubrano, Ultimora di Marco D’Ambra, PCIML-TV di Gennaro Savio, di periodici come il Corriere dell’isola d’Ischia di Diego Mattera, Ischianews di Deuringer, Ischiacity di Riccardo Sepe Visconti e ora di ben due quotidiani, il Golfo-nuova edizione diretta da Antonio Sasso, responsabile del “Roma”e il Dispari di Gaetano Di Meglio che esce per la prima volta in edicola, dopo l’esperienza settimanale e quella bisettimanale, del Today. Ad entrambi, gli auguri di lunga durata e di buon lavoro. A questo punto, si potrebbe aggiungere: vinca il migliore, ma è forse più opportuno augurarsi che a “vincere” davvero, sia Ischia con gli ischitani, giovani, lavoratori, donne, anziani, operatori vari e sia anche Ischia con i suoi ospiti. Praticamente contiamo, se non erriamo, ben 12 testate ed un bel gruppo di operatori dell’informazione, molti dei quali giovani, che si aggirano complessivamente (ma qui è facile sbagliarci) intorno alle settanta unità. Siamo davvero tanti e forse è tempo di sedersi tutti attorno ad un tavolo per confrontarsi sui temi dell’informazione, della comunicazione, del ruolo che un giornale, quotidiano o periodico che sia, stampato o video, debba avere nell’era del click, di quel mostro di facebook che trasforma tutti in singoli operatori dell’informazione, della comunicazione, della denuncia, della battaglia civile e politica, del confronto culturale. Un momento di confronto utile per tutti ed in particolare, per i giovani e giovanissimi impegnati a scuola dove il giornale, il web, gli strumenti telematici stanno per soppiantare definitivamente il libro di testo e magari, a breve, lo stesso rapporto con l’insegnante. Forse è tempo di parlare anche di scuola di giornalismo, per acquisire tecniche e conoscenze di base, importanti e necessarie per poter iniziare o continuare un lavoro che ha grosse responsabilità. Non basta apporre una firma sotto un pezzo per essere giornalista. Né stiamo qui a scomodare illustri esempi storici o a richiamare vecchie, incrollabili dichiarazioni per sottolineare insegnamenti, ammonizioni, indicazioni, suggerimenti. Valga per tutti, ricordare che il vero giornalista è quello che consuma le scarpe, cui aggiungiamo…ovviamente non quelle altrui.

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