La lettera della nipote Cinzia…


Oggi è volato via Davide D’Ambra, un uomo, uno zio, un padre e un marito e un nonno speciale. E so per certo che una parte di noi, di me, va via con lui. Non me ne vogliano gli altri, ma lui per me è stato “lo zio vero”, quello che senti più vicino, il più affettuoso, il più sincero, quello che la vita mi ha sempre messo accanto. Ricordo ancora la sua voce quando, da bambina veniva a trovarmi ad Ischia in albergo, sempre allegro e sorridente che mi diceva: <<bimba dagli occhi blu! Oh che fai tu?>>. Ed io, che gli occhi li avevo castani, in un’epoca in cui i bambini erano poco coccolati e vezzeggiati, gongolavo e mi scioglievo di fronte a quelle parole e ridacchiavo felice per quello zio così empatico che, appena poteva, andava a scoperchiare le pentole della cucina dell’albergo materno, per metterci dentro il naso e deliziarsi per il profumino – e non solo(anche il sapore) che emanavano! Perché Davide adorava il buon cibo, così come adorava la vita! Era di una simpatia e di un’ironia spiazzante, capace con una battuta di farti sorridere e di farti venire il buon umore sempre. Zio dal cuore d’oro, per noi nipoti si spendeva senza risparmiarsi. Come dimenticare i momenti speciali in sua compagnia? Aveva sempre un aneddoto o una curiosità su Ischia antica da raccontare, durante le passeggiate che facevamo con lui in macchina per l’isola, e nessun cicerone o guida turistica, avrebbe potuto eguagliarlo. Del resto, da bravo giornalista e professore quale era, giocava in casa. Sempre un posto nuovo da ammirare, un angolo di paradiso, il cui accesso era riservato a pochi, ma soprattutto a lui che riusciva, con la sua simpatia, a farsi aprire tutte le porte. Non si è mai risparmiato per noi, preoccupandosi sempre che il nostro soggiorno ad Ischia fosse dei migliori. E l’affetto per lui si rafforzava quando veniva a trovarci giù. Allora sì che era uno spasso! Davide aveva un debole per mio padre e la stima era reciproca, lui andava matto per questo cognato così affettuoso. Insomma incontrarlo era un piacere grande per me, che mentre scrivo non riesco a trattenere le lacrime perché persone così, non ne nascono più! Mi mancherai caro zietto,tanto, solo l’ultima volta mi hai giocato un brutto scherzo, perché neanche un mese fa, quando sono venuta a trovarti, anziché in piedi, ti ho trovato a letto. Stanco, provato, sfinito. E non mi è piaciuto. Le ultime parole che ricordo di te sono state: <<adesso vado a trovare Amedeo!>> e da lì ho capito tutto. È dura da accettare, ma so che ora almeno siete insieme tu e papà, e adesso saranno gli angeli ad ascoltare l’eco delle tue risate! Tua nipote Cinzia 

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