Vesuvio una bomba ad orologeria


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Nel mondo della rete circola insistentemente negli ultimissimi giorni una notizia di una prossima eruzione del vulcano vesuviano predetta da un esperto americano. Nessuna bufala, perchè il docente Flavio Dobran, ingegnere esperto di vulcanologia (mondiale e italiana), si è davvero esposto in tal modo e ritiene a tutti gli effetti che un’eruzione del Vesuvio sia da ritenersi vicina e probabile quindi nell’immediato futuro. E non si tratterebbe, secondo l’esperto, di un evento debole o moderato, bensì di un’eruzione devastante, forse anche al pari di quella che nel lontano 79 dopo Cristo devastò l’area vesuviana, in particolare distruggendo Ercolano e Pompei. Secondo Dobran, il noto vulcano campano si sta preparando a scatenare tutta la sua potenza con un’eruzione dall’esplosione distruttiva. Dobran spiega che “all’improvviso il Vesuvio, che sonnecchia ormai dal 1944, esploderà con una potenza eccezionale. Una colonna di gas, cenere e lapilli si innalzerà per duemila metri sopra il cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di cento metri al secondo e una temperatura di mille gradi centigradi, distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di sette chilometri, spazzando via strade e case, bruciando alberi, asfissiando animali,uccidendo forse un milione di esseri umani”.Uno scenario praticamente apocalittico, forse esagerato e colpevolizzabile di allarmismo, eppure è risaputo che il Vesuvio, sebbene dormiente da tanto tempo, risulta estremamente pericoloso sia per la sua natura geologica sia per l’area in cui sorge e soprattutto in considerazione della densità della popolazione nella zona del vulcano. Intanto dall’Italia, arrivano, di contro, rassicurazioni: “Nessun rischio concreto e immediato di nuova eruzione” conferma l’assessore alla protezione civile Luigi Nocera.Il pericolo sembra quindi scongiurato. Viene spontaneo pensare però a questo Vulcano potente, anche un po’ capriccioso, se vogliamo, al quale, nel 1944 non è bastata la guerra, ma ha “punito” i suoi abitanti anche con questa grave calamità. Ed il nostro pensiero va ad un’immagine di quasi 4.000 anni fa: quella di un uomo e una donna sepolti dalla cenere a Nola, la Pompei della preistoria, il villaggio del bronzo antico distrutto dal Vesuvio, mentre cercavano la fuga in una direzione sbagliata.Vedremo se queste affermazioni di Dobran scateneranno ulteriori diatribe e vicende mediatiche.

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