
Per chi non lo sapesse, Davide d’Ambra oltre ad essere un giornalista è stato anche insegnante all’Istituto Mattei di Casamicciola. Estimo e tecnologia rurale erano le materie che venivano professate. Laureato all’istituto agrario di Portici, dove conobbe mia madre, negli anni sessanta, appena dopo la laurea, gli fu offerto un posto di perito agrario in America. Diecimila dollari al mese per insegnare come fare il vino e una permanenza di almeno tre anni. Non accettò, troppo legato alla sua Ischia. L’anno scorso è stato inaugurato al Telese il corso di agrario, una ventina di iscritti, di cui dieci ammessi alla seconda classe. Notizia d’oggi, hanno chiuso il corso, pochi iscritti. Se mio padre fosse in vita, inizierebbe un’altra battaglia. Molto agguerrita e presa di petto. Quante ne ho subite, ero ragazzo, quante vinte ma quante andate al vento. Oggi maturo 50 enne, guardo dietro e comprendo tutte le lotte che mio padre ha fatto per il futuro dei giovani. Non bisogna arrendersi alle negligenze della vita, questa è una di quelle. Tra quei ragazzi, ci sono potenziali dottori di domani e non bisogna infrangere il sogno di nessuno di loro. Prima di morire mio padre mi sussurrò all’orecchio:” oggi, muoio (era il 29 ottobre del 2013) non ho più stimoli, il mondo va a rotoli! Così è stato! Non arrendiamoci davanti a nessuna privazione. Bisogna combattere ogni giorno per salvaguardare i propri diritti, l’agrario è uno di questi, come l’ospedale i trasporti e tutto quello che circonda il nostro quotidiano. Cosa sarebbe un mondo senza diritti? Questa battaglia lui, mio padre, l’avrebbe sicuramente vinta!