La scomparsa di Nicolino Barbieri il ricordo del professore Castagna


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Mi sono svegliato all’ improvviso dopo aver fatto un lungo sogno: stavo in via Firenze, strada parallela a via Cumana, la strada dove abito io. Per chi non conosce Perrone, deve sapere che il quartiere si sviluppa intorno a queste due strade, collegate da caratteristici vicoli intricati come un labirinto. Due stradine per due realtà diverse: via Cumana è la via dei negozi, delle attività economiche, del bar. Su via Firenze si affacciano le abitazioni, quasi tutte ristrutturazioni delle antiche “baracche” del dopo terremoto. Nel sogno mi ritrovavo proprio in via Firenze, in mezzo a tanta gente, forse per una festa di quartiere. Ed ecco da lontano mio padre, col suo passo inconfondibile.

Mi si avvicina e mi rimprovera ” Guaglio’ ma nun e vist’ ca sta passann ‘ o dottore?”. E con un gesto mi invita ad accodarmi al corteo funebre del dottor Nicola. Io lo seguo e assisto in piazzetta alla Messa,solennizzata dai canti di un coro sublime, di cui ancora avverto nelle orecchie le melodie. Poi mi sono svegliato. Non è mia abitudine dare interpretazioni ai sogni, ma questa volta mi piace cercare qualche suggestione. Conosco il dottore Barbieri da una vita ;è stato il medico della mia famiglia,intendo quella allargata coi miei nonni,i miei zii , i miei genitori. È stato il medico di tutto il quartiere in verità e anche oltre. Il clinico per eccellenza, perché, come tutti i medici di una volta, usava poco gli esami strumentali. Le sue diagnosi erano frutto della sua esperienza, del suo toccare, del suo auscultare, della sua intuizione. Certo, sbagliava anche lui, ma quando entrava in una famiglia, non in una casa semplicemente, gli si riconosceva una amorevole autorevolezza che rassicurava. C’era lui, insomma, e non bisognava preoccuparsi; ci si sentiva in buone mani. Passava sempre per via Firenze, con il suo borsone . Sempre affabile, con un sorriso bellissimo. Ma il dottore lo si ritrovava ovunque. Faceva parte attiva del Comitato per i festeggiamenti di Sant’ Antonio; animava la vita culturale di Casamicciola. Io ho avuto il dott. Nicola anche come collega all’ Istituto Superiore per Odontotecnici e gli alunni di allora lo ricordano sempre con affetto e stima. E poi era forte la sua presenza nella politica. Ricordo i suoi ” comizi” dai balconi di via Firenze, soprattutto quelli accesi delle ultime sere delle campagne elettorali per le comunali o le provinciali. Usava la parola con la competenza del grande oratore e con i suoi discorsi affascinava. Io ero piccolo, capivo poco o niente di politica, ma per me quei comizi erano lezioni di buon uso della lingua italiana. E il dottore conosceva bene la musicalità e la forza espressiva delle parole , anche dialettali, tanto da regalarci preziosi libri di poesie. Ecco , io credo di aver capito il significato di quel sogno! Un invito a non essere indifferenti al cospetto della morte e a dare il giusto omaggio a chi, nella propria vita, ha lasciato un segno, una eredità di affetti per il proprio paese che non deve andare perduta. E mi piace pensare che questo messaggio arrivi anche da mio padre, che conosceva  e stimava tanto il dottore Nicola.Io non so se il corteo passerà per via Firenze, forse passerà per via Cumana. Ma al suo passaggio, sono sicuro, sommesso si ascolterà un immenso grazie!  Ciao doc!

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