Gianni Vuoso: salviamo l’isola


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Quale proposta per salvare quest’isola? Per star bene con noi stessi, con gli altri, con l’ambiente intorno? Ne parleremo venerdì 16 maggio alle 19 al Gatto Bianco in Piazzetta.L’ambiente siamo noi. E’ inutile ripetere che bisogna difendere il verde e il mare, le spiagge e i boschi, come se si trattasse di un patrimoni diversi, altro da noi. Noi siamo i boschi, le colline, le spiagge, il verde, gli animali che vivono con noi. Lottiamo per difendere il diritto alla vita, ma anche il diritto a fare le nostre scelte di vita: il diritto di mettere al mondo nuovi esseri umani e il diritto di staccare la spina. Lottiamo per rivendicare i nostri rapporti con gli altri, con chi è accanto a noi e con chi è lontano chilometri da noi. 
Lottiamo per abbattere il male di tutti i secoli: il capitalismo, il sistema che si fonda sul profitto, sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dell’uomo sulla natura, sugli animali, sul pianeta e fra poco, anche su altri pianeti, per costruire una nuova società di tipo socialista. 
La distruzione delle foreste, il genocidio di interi popoli tribali, la devastazione del nostro pianeta, programmata con calcoli cinici di redditi e di profitti, la promozione di scontri bellici per guadagnare nelle distruzioni e guadagnare ancora nelle ricostruzioni, secondo la stessa logica del profitto, la diffusione di modelli di vita lontani dai valori di rispetto umano per esaltare la robotizzazione dei sentimenti e l’educazione al clik: sono i macro-temi sui quali dovremo confrontarci venerdì sera alle 19 al “Gatto Bianco” in Piazzetta ad Ischia, ma anche le occasioni per riflettere sulle scelte da fare per salvarci sulla nostra isola. 
Ulisse sbarcò sulla nostra terra, felice d’aver scoperto un’isola come Ischia. Ma dopo millenni, non la riconosce più perché sopraffatto da chi lo ha stritolato nell’ingranaggio del profitto, da chi lo ha convinto a trasformarsi in lupus homini lupus, volgare imprenditore incapace di comprendere la necessità di cooperare. E la corsa dei singoli lupi ha devastato questa terra meravigliosa circondata da un mare dove i pesci non riescono più a vivere, perché è diventato lo sversatoio selvaggio di sprechi e di una vita caotica, ritenuta “moderna” e “al passo coi tempi”; questa terra che non riesce più a produrre spiagge in modo naturale, che si impoverisce di verde per soddisfare le speculazioni di un nuovo Ulisse all’assalto dell’isola, in nome della stessa logica del profitto; una terra che vuole trasformarsi in metropoli, secondo stupidi e miopi piani di sviluppo che sono solo involuzioni pericolose; un’isola dove la proposta ecologica diventa evento elettorale, dove la “scoperta” delle risorse ambientali appartiene a piccoli gruppi della domenica; un’isola parcellizzata in tanti piccoli appezzamenti di avidità, di egoismo, di ignoranza che non permettono di unire le mani per abbracciarla e difenderla. 
Quale svolta a questo punto? 
Occorre recuperare il rapporto con la terra, ascoltare i suoi messaggi, i suoi insegnamenti non per tornare nostalgicamente, stupidamente e inutilmente indietro nel tempo, ma per vivere secondo natura, anche attraverso le nuove conquiste scientifiche. 
Abbiamo il dovere di ripensare questo “ritorno alla terra” se vogliamo salvare l’isola, se vogliamo stare veramente bene con noi stessi, con gli altri e con l’ambiente che ci circonda. 
Non è semplice, perché è un discorso molto complesso,ma al tempo stesso, entusiasmante ed emozionante.

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