L’addio più amaro…


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Caro babbo, mai avrei creduto che mi toccasse l’ingrato compito di scrivere il tuo necrologio. Non ci sono verbi e aggettivi per ricordarti. Con la morte nel cuore, sporco questo foglio bianco con il nero delle parole. Sono consapevole di continuare a fare quello che tu mi hai insegnato, ma questa volta l’allievo non potrà mai superare il maestro. Accetto l’eredità e spero di non deluderti, nel continuare a raccontare la società che ci circonda. Mi hai trasmesso questa passione, ed io la coltiverò per sempre, ricordandomi che il vero giornalista è quello che racconta sempre la verità. Facendo capire nei primi cinque righi cosa vuoi dire. Scrivendo un articolo breve ma conciso. Brevi periodi. Soggetto, verbo e complemento. Questo mi hai insegnato ed io ne farò tesoro.Mi hai sempre detto che bisogna schierarsi dalla parte dei più deboli, di non scendere a compromessi e di essere libero di scrivere quello che accade. L’ho sempre fatto e lo continuerò a fare. Mi mancherà la tua voce. Le tue telefonate. Le tue “cazziate”. Mi mancherà il fatto di venirti a prendere per portarti a casa. Si dice che il tempo aggiusta tutto ma io non  ho bisogno di tempo. Qui non c’è nulla da aggiustare. Solo un padre da ricordare. Un nome da immolare. La realtà a volte è spietata ma bisogna affrontarla e combattere, come facevi tu. Scusa se non ho fatto tutto quello che mi hai chiesto dopo la tua morte. I manifesti andavano affissi, perchè tutti sapessero. Per il momento ci separiamo. Sarà dura ma cercherò di resistere. Un giorno ci riabbracceremo in un nuovo mondo. La cosa che mi fa stare bene è saperti in cielo mano nella mano con Joshua, il tuo nipotino che non hai potuto vedere crescere. Junior porta il tuo nome e comunque sia sulla terra rimarrà ancora un Davide d’Ambra. Che il Signore ti abbia tra le sue mani. Proteggici da lassù!

 

Marco d’Ambra

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