Eliporto chiuso dal primo novembre se i Comuni ischitani non contribuiranno al funzionamento


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Se i Comuni dell’isola d’Ischia non faranno uno sforzo finanziario collettivo, l’eliporto chiuderà dal primo novembre.E’ la scioccante intenzione del Liquidatore di “Marina di Casamicciola” (azienda partecipata che gestisce la struttura eliportuale), dott. Pierluca Ghirelli.Il Comune di Casamicciola Terme, come noto in stato di pre-dissesto finanziario, ha ridotto il contributo per il funzionamento dell’eliporto a 160mila Euro annui, importo che peraltro riceve dalla Regione Campania.

I costi minimi necessari per garantire l’attività dello scalo ammontano a 250mila Euro all’anno, oltre alle spese per la sicurezza.Se, quindi, non sarà possibile reperire i fondi residui necessari, bisognerà per forza di cose interrompere la funzionalità dell’eliporto, considerato che sarebbe illegale e pericoloso proseguirne l’apertura mancando i requisiti di sicurezza: tanto più necessari se si considera che l’eliporto viene usato quasi esclusivamente per trasportare in terraferma pazienti affetti da patologie complesse o in pericolo di vita.Per questo motivo il dott. Ghirelli, argomentando che l’eliporto è una struttura a servizio dell’intera comunità isolana (anche se fisicamente posizionato nel territorio di Casamicciola Terme),  è intenzionato a chiedere ai sindaci dei sei Comuni dell’isola d’Ischia di contribuire al finanziamento dell’attività coprendo, in misura proporzionale alla popolazione residente di ogni ente locale, la differenza tra le spese totali ed il contributo regionale.In caso contrario, nonostante gli sforzi ad oggi prodotti per il contenimento della spesa (i dipendenti che si occupano dell’eliporto hanno spontaneamente rinunciato al pagamento della tredicesima mensilità) non resterà altro da fare che chiudere lo scalo, con gli evidenti danni che questo comporterebbe per la salute e la sicurezza di residenti e turisti.

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